Rottura/Frattura/Fessura

Other languages – Italiano
Rottura/Frattura/Fessura

Curiosit?
Írta: Ordasi Zsuzsa

Giovanni Morello: Composizioni
Galleria Fény, Budapest
26 agosto 2003

Giovanni MORELLO (I/F) Frattura 2002


Intitolerei Curiosit? questa mostra che possiamo vedere ora nella Galleria Fény. Curiosit? perché sulle opere si vedono la penetrazione nei campi profondi sotto la superficie, nel mondo dietro il piano visibile nonché le possibilit? domanda-risposta-eventuale interpretazione.

La domanda viene posta attraverso la frantumazione della perfezione della figura geometrica, attraverso una decostruzione che include con evidenza anche la possibilit? della ricostruzione. CosI dal punto di vista formale considerata una semplice e pura figura geometrica diventa una nuova costruzione ma non si tratta di una manipolazione formalista. Ogni opera esposta costituisce un?unit? che viene resa completa con la frattura effettuata con un intervento violento. Sulle pareti si vedono diverse serie di figure geometriche ma queste figure geometriche compaiono manipolate. L?artista come punto di partenza si serve delle quattro figure base: il quadrato, il rettangolo, la forma ovale e la cosiddetta ?forma libera?. Egli interviene su queste quattro forme servendosi soprattutto del mezzo per lui di evidente importanza primaria, gi? per la prima vista visibile, che ? l?apertura attraverso la quale si forma una frattura. La forma, la misura, le dimensioni, la superficie, il colore delle singole figure geometriche gi? di per sé implicano una scelta coscente da parte dell?artista per poter poi intervenire sulla figura, prima finemente manipolata, con un?operazione radicale.

Qui si vedono astrazioni geometriche su pi? piani.

Il primo piano ? la composizione del carattere tattile della superficie: le superfici da lontano sembrano omogenee invece presentano sottili differenze provocate, da una parte, dalla varia formazione del volume del colore, d?altra parte, dall?apparizione dei nodi, piccoli e meno piccoli, sotto il colore, inoltre dall?adoperazione di vari colori o proprio dalla non-adoperazione di nessun colore. Il colore ? uno strumento molto importante dell?artista: egli riesce a generare delle tonalit? differenti sia dai colori primari sia da quelli secondari. Morello ha un mondo di colori eccessivamente ricco, composto di molti elementi: ci? sar? dovuto, da una parte, alla sua mediterraneit? e, d?altra parte, all?uso dei vari materiali del colore. Sulle sue opere compaiono l?acrilico, l?olio e la vernice industriale, materiali adatti ad offrire di per sé innumerevoli opportunit? di varianti. E? proprio la vernice, o meglio, il colore a rendergli possibile di realizzare serie, corrispondenze, soluzioni simmetriche o addirittura asimmetriche oltre, naturalmente, alle effettive soluzioni formali e cio?, oltre a tagliare, spezzare, rimuovere e spostare le forme geometriche. La vernice, che in genere significa un colore di una diversa tonalit?, interviene nella forma entrandoci da fuori ma pi? spesso uscendo dal suo interno. L?intervento violento vero e proprio, quando l?artista effettua la frantumazione della pura forma perfetta, avviene sempre con un colore decisamente differente. Ma non si tratta solo di un gioco formale, di una mera ricomposizione della figura geometrica perfetta.

Perché pu? sentire il bisogno l?artista di scomporre, aprire le gi? esistenti forme perfette?

Giovanni MORELLO (I/F) Fény Galéria, kiállítási meghívó


La realizzazione della figura perfetta corrispondente alle regole della geometria tradizione di per sé costi-tuisce un compito molto difficile. Morello ne ? coscente: infatti, e molto preciso e accurato nel lavoro. Non lascia niente al caso; una profonda meditazione precede sempre la realizzazione concreta in cui ? altrettanto esigente con se stesso per la chiarezza e per la pre-cisione.

In questa forma pura e perfetta avviene la composizione della frattura con esiti diversi dopo i vari tagli e l?adopero dei vari colori. Si scompone l?originale forma perfetta, ma nasce una nuova forma perfetta carica di nuovi contenuti. Morello decostruisce per poter porre la sua domanda e poi ricostruisce per poter offrire allo spettatore una sua risposta.

Egli ? cusioso delle possibili risposte, ne ha un grande variet?. Ma la domanda ? solo una: che cosa si nasconde nel cuore delle cose?

I lavori dell?artista richiamano l?attenzione al fatto che tutti i mondi delle forme perfette, apparentemente ri-gorosamente chiusi contengono storie interne straordinariamente ricche. In genere ci sembra pi? conveniente evitare di penetrare nelle profondit? per non dover affrontare i problemi, le difficolt? che verrebbero in galla. Morello invece non ne ha nessuna paura: la sua visione positiva lo conduce ad effettuare tagli, fratture, penetrare in modo violento nelle figure ed aprirle proprio per scoprire quella immensa ricchezza che la forma perfetta include e, nello stesso tempo, chiude in sé. La manipolazione compiuta con tagli e colori sulla figura geometrica perfetta che sulle opere si trasforma in frattura, per Morello ? mezzo di ricerca e per niente un fenomeno negativo. La ?ricomposizione?, cio?, il risultato, cio?, l?opera stessa ? una ?perfetta figura geometrica realitiva? carica di forma, colore, ormai filtrata attraverso la personalita dell?artista. Essa ? l?espressione artistica delle possibilit? di interpretazioni che offre l?artista allo spettatore dopo un suo travagliato processo di accurate ricerche e con la sua conoscenza acquistata attraverso una costante curiosit? sul mondo interno delle cose.

(MADI art periodical No5)